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Presbiacusia

La presbiacusia (dal Greco presbys “anziano” e akousis “udire”), o sordità legata all'età, è la diminuzione dell'udito per effetto dell'invecchiamento.

Si tratta di un'ipoacusia neurosensoriale progressiva bilaterale e simmetrica correlata all'avanzamento dell'età.

Esistono quattro forme patologiche di presbiacusia:

Sensoriale: caratterizzata da degenerazione dell'organo del Corti.

Neurale: caratterizzato da degenerazione delle cellule del ganglio spirale.

Striale/metabolica: caratterizzata da atrofia della stria vascularis in tutti i giri della coclea.

Cocleare-conduttivo: dovuta a irrigidimento della membrana basilare della coclea che influenza così il suo movimento.





CARATTERISTICHE

È stato dimostrato che il deterioramento dell'udito inizia molto presto, dall'età di 18 anni circa.

Con l'avanzare dell'età sono colpite più le alte frequenze che le basse e gli uomini più frequentemente rispetto alle donne.

Una conseguenza immediata è che anche i giovani adulti possono perdere la capacità di udire i suoni ad altissima frequenza, sopra 15 o 16 kHz.

Nonostante questo, la perdita di udito legata all'età può diventare evidente solo più avanti nel corso della vita.

La perdita dell'udito comporta un innalzamento della soglia uditiva di almeno 40 decibel inizialmente alle alte frequenze (8kHz), che si estende lentamente e progressivamente anche alle basse frequenze.

È una manifestazione clinica dell'invecchiamento nell'apparato uditivo descritta come una perdita dell'udito sempre bilaterale, e progressiva.

Il presbiacusico è tipicamente una persona anziana che ha difficoltà ad udire suoni come ad esempio il trillo di un telefono o il suono di una sveglia. Ha maggior difficoltà a percepire le voci di donne e bambini rispetto a quelle maschili.

Segue difficilmente i film doppiati, caratteristica questa che ben dimostra quanto il movimento delle labbra supplisca il deficit funzionale nella comprensione.

La principale caratteristica del paziente è però la depressione, indotta proprio dalla difficoltà di entrare in comunicazione con le altre persone.

Questo aspetto è più chiaro se si pensa che la perdita funzionale è lenta, progressiva e graduale, tanto che il soggetto fatica a rendersi conto pienamente della propria invalidità, fino a poter arrivare alla convinzione di essere al centro di cospirazioni, bisbiglii, isolamento.

L'individuo diventa così sospettoso, a tratti irascibile e cade nella depressione che contribuisce ad alimentare la minor comunicazione e in qualche caso ad isolarsi davvero, non solo dal punto di vista sensoriale, ma anche umano e sociale.



Oltre che dalla riduzione di sensibilità uditiva, la presbiacusia è caratterizzata da:

una riduzione della comprensione di dialoghi in ambienti rumorosi

una rallentata elaborazione centrale delle informazioni acustiche (difficoltà di tradurre il significante in significato)

un'imprecisa localizzazione spaziale della fonte sonora.

Con il passare del tempo il rilevamento di suoni acuti diventa più difficile e la percezione del linguaggio ne viene influenzata, in particolare quella delle consonanti fricative e sibilanti.

Entrambe le orecchie tendono ad essere colpite.


Sintomi spesso associati sono acufeni e vertigini.



CURA

Non c'è possibilità di cura alla presbiacusia, perché il danno è in tutti i casi permanente.

Inoltre non esiste una prevenzione specifica, ma soltanto indicazioni date dai fattori di rischio che andrebbero evitati quando possibile.

La compensazione è protesica ed efficace nella maggior parte dei casi.

Per l'efficacia è indispensabile una buona compliance del paziente.

La depressione e il rifiuto dell'apparecchio protesico per lungo tempo sono altamente negativi per un ripristino della capacità funzionale.

Dispositivi quali gli apparecchi acustici e gli impianti cocleari rappresentano un valido supporto per migliorare l'udito in molti anziani, sebbene la percentuale di persone che li utilizzano sia bassa.

Molti fattori possono spiegarne il motivo (informazione insufficiente, difficoltà ad effettuare screening, elevato costo dei dispositivi) sebbene l'aspetto degli apparecchi acustici di ultima generazione sia migliore e siano meglio accettati dalla popolazione.

Tali dispositivi sono miniaturizzati, quindi meno visibili, e più efficaci e questo riduce le barriere psicologiche nei potenziali utilizzatori.



C'è stata una rivoluzione nella elaborazione numerica del segnale a partire dal 2000.

È infatti possibile regolare il dispositivo in base alle variazioni ambientali.

Le interferenze rumorose sono state praticamente eliminate grazie all'elaborazione numerica del segnale.

Inoltre questi dispositivi possono connettersi via radio (HF, Wi-Fi, Bluetooth) ad una sorgente (microfono, telefono, teatri…) in ambienti adeguatamente attrezzati.

Gli audioprotesisti ritengono che questi nuovi dispositivi siano utili a coloro che li utilizzino sin dall'inizio della presbiacusia a differenza dei dispositivi precedenti che erano solamente degli amplificatori con trasposizione di frequenza e con pochi filtri che non miglioravano realmente la qualità complessiva del suono percepito.

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